OPI di evja_agricoltura data-driven

Agricoltura data-driven: tecnologia a supporto dell’uomo.

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Sostenibile, efficiente e remunerativa, l’agritech, ovvero l’agricoltura data-driven sfrutta tecnologie e algoritmi informatici per analizzare le dinamiche e i processi colturali e ottimizzarne i risultati, sia dal punto di vista del prodotto raccolto che da quello delle risorse sfruttate per ottenerlo.

Intervista a Paolo Iasevoli di evja

Per capirne di più ne abbiamo parlato con Paolo Iasevoli, Chief Marketing Officer e co-fondatore di evja, azienda italiana nata nel 2015 e specializzata nel fornire supporto alle aziende agricole con OPI, un Sistema di Supporto Decisionale che raccoglie dati grazie a sensori dislocati sul campo e li elabora con modelli agronomici e predittivi.

OPI, il Sistema di Supporto Decisionale di evja

Cosa significa “agricoltura data-driven”?

L’agricoltura data-driven è un approccio che supera i principi tradizionali che hanno finora guidato le scelte agronomiche, basati sull’intuito individuale e uno storico di esperienze condivise. Per esempio ai trattamenti calendarizzati o alle irrigazioni effettuate dopo aver toccato con mano il terreno. L’agricoltura di precisione è guidata da dati che garantiscono un’accuratezza scientifica, fornendo un orientamento all’azienda agricola nella gestione di specifiche parti del processo colturale.
Altro esempio. Conoscere in maniera scientifica qual è il momento opportuno per effettuare un’irrigazione permette non solo di risparmiare tempo e risorse idriche, ma anche di coltivare piante più sane e ottenere un prodotto di qualità più elevata.

L’agricoltura 4.0 sostituisce l’intervento e l’esperienza umana?

Assolutamente no. OPI supporta gli agronomi nella pianificazione degli interventi in campo, nell’ottimizzazione di irrigazione, difesa e nutrizione, e nella previsione della resa. I dati rappresentano un supporto oggettivo all’esperienza e al giudizio dell’agronomo, che li utilizza per orientare le proprie scelte. È comunque sempre l’agronomo a scegliere cosa fare.

L’agritech è destinato a grandi aziende agricole, o anche a piccoli e medi coltivatori?

A livello di investimento economico, la tecnologia è accessibile a tutti, certamente colture a più alto valore possano avere un ritorno maggiore: tutto dipende dalle esigenze e dagli obiettivi della singola azienda. evja segue clienti che lavorano su superfici inferiori all’ettaro, così come aziende più strutturate da centinaia di ettari. 

Qual è la vita media dell’hardware necessario a operare agricoltura di precisione? Ha senso immaginare anche un mercato dell’usato per questo tipo di prodotti?

Dipende molto dalla qualità dell’hardware e dei sensori stessi, che hanno un’obsolescenza media di 3-4 anni, dopo i quali potrebbero avere un calo della precisione. Per questo motivo per adesso non esiste un mercato di prodotti usati: un altro motivo è la compatibilità richiesta tra sensori, hardware e software.

Chi usa le vostre tecnologie di agricoltura data-driven?

I prodotti agritech evja non hanno bisogno di corrente né di connessione internet per funzionare, per questo sono apprezzati dalle aziende agricole che coltivano in serre inattive o a bassa tecnologia. Con OPI un semplice tunnel di plastica si trasforma in una serra intelligente.

In quali mercati c’è maggiore attenzione all’agritech?

L’Italia è il mercato principale di evja. Altre nazioni dove sono già attive collaborazioni sono: Spagna, Olanda, Tunisia, Qatar, Bangladesh, Sudafrica e Messico. Tra le colture con le quali lavoriamo maggiormente ci sono baby leaf, ortaggi a foglia, pomodori da mensa e da industria, erbe aromatiche, patate, carciofi, peperoni, cetrioli, kiwi, fragole e piccoli frutti.

Come un’azienda italiana del settore agritech vende all’estero? 

evja conta una sede a Napoli e una a Wageningen, nel cuore della Food Valley olandese. Operia in Europa, Asia, Africa e America. Collabora anche con enti scientifici come il CNR e il CREA, L’università di Pisa, l’università di Almeria in Spagna, di Tunisi in Tunisia e di Akdeniz in Turchia. E anche con l’Università Federico II di Napoli, dove è stato istituito il National Research Centre for Agricultural Technologies – Agritech.

Per operare bene all’estero è necessaria innanzitutto una vicinanza culturale. Per penetrare un mercato è fondamentale conoscere la cultura delle persone che vi operano, tanto quanto i meccanismi politico-economici che lo regolano. Tra le cose che aiutano c’è senza dubbio un prodotto realmente innovativo, certificato per essere commercializzato ovunque e una rete di partner scientifici e commerciali attiva localmente.

OPI di evja
OPI ottimizza irrigazione, difesa e nutrizione

Quale sarà il futuro dell’agricoltura, in particolare in Italia?

Le aziende innovative come quelle che sviluppano l’agricoltura di precisione hanno un ruolo chiave nel delineare il futuro dell’agricoltura. Devono infatti assumere il ruolo chiave tra le aziende agricole e gli altri player del settore, interpretando i trend di mercato. Un esempio: si parla molto di “residuo zero”, in ottica di sostenibilità, e con l’agricoltura di precisione e soprattutto con la modellistica possiamo aiutare a raggiungere questo obiettivo. 
Si può seguire la direzione del rinnovamento di un settore molto legato alla tradizione. Il segreto? Offrire un prodotto che sia pratico e utile nelle attività quotidiane, affinché la tecnologia si traduca in vera innovazione e non resti soltanto una leva di marketing.

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